Presentazione della Rete


La proposta nasce su iniziativa della Rete Italiana dei Nautici d’Italia RE.NA., che raggruppa in forma associativa tutte le istituzioni scolastiche statali del territorio nazionale che erogano i percorsi dell’indirizzo Trasporti e Logistica, settore marittimo; essa si pone a supporto dell’intero sistema, costituendo una rappresentanza unitaria e coordinata, integrata con il settore produttivo ed in rapporto di dialogo con gli Organi di Governo e di Gestione, allo scopo di valutare e monitorare lo stato di avanzamento e l’efficacia del percorso formativo. Il Manifesto è frutto di riflessioni e confronto tra tutti gli istituti della rete, in occasione del Convegno Nazionale degli Istituti Tecnici Trasporti e Logistica settore marittimo, svoltosi a Catania nei giorni 2 e 3 Dicembre u.s., che dopo due anni ha riavviato le attività all’insegna dello slogan “Ripartiamo
dalla scuola… Riprendiamo la rotta!”.
Gli Istituti Tecnici Trasporti e Logistica settore marittimo sono, all’interno del sistema di istruzione e formazione, un esempio di best practices che coniuga competenze proprie del settore education con competenze afferenti al training in grado di soddisfare le esigenze del sistema istruzione e le richieste del cluster marittimo, ponendo sempre al centro lo studente.
I percorsi sono strutturati su una dimensione internazionale e i risultati di apprendimento che caratterizzano la figura dei diplomati devono rispondere e garantire glistandard formativi stabiliti sia a livello internazionale che comunitario, condizione che attribuisce alla formazione diretta spendibilità nel mondo del lavoro anche in prospettiva di medio e lungo termine.
Le caratteristiche del cluster e i fabbisogni che da questo provengono richiedono un costante aggiornamento e adeguamento alle innovazioni tecnologiche e alla richiesta di competenze sempre più specializzate.
Per poter rispondere in modo efficace a tali esigenze, il settore della formazione marittima ha adottato il modello di Sistema, strutturato a livello nazionale e secondo standard di qualità.
E’ stata questa una decisione strategica, assunta dal M.I. e dagli Istituti Trasporti e Logistica coinvolti, in quanto ha consentito e consente di costruire ed operare attraverso un modello formativo innovativo nel quale obiettivi, processi, standard, metodologie, sono condivisi, generando quindi valore aggiunto, miglioramento e cambiamento.È un sistema tecnico di alta specificità, affidabile, certificato, monitorato e valutato da enti esterni internazionali che rilascia al termine del percorso di studi quinquennale un titolo abilitante e quindi immediatamente spendibile nel mondo del lavoro, così come attestato dalle percentuali di occupazione nel sistema produttivo della filiera dei trasporti, della logistica, della marina mercantile, diportistica e cantieristica.
Ciò permette di creare uno standard formativo, riconoscibile a livello territoriale e mondiale basato su eccellenti competenze di settore e su una formazione tecnologicamente innovativa e digitale che riesce tuttavia a mantenere alta l'attenzione alle competenze trasversali fondamentali per la persona adattabile e resiliente nei confronti di un mondo che cambia velocemente e senza preavvisi.
Per realizzare ciò il Sistema deve potersi dotare di:


🟪 infrastrutture laboratoriali altamente specialistiche quali simulatori di coperta, di macchine, di elettrotecnica, imbarcazioni (a vela e/o a motore);


🟦 strategie per la formazione del personale con abilità e competenze proprie specialistiche di settore, da tenere costantemente aggiornate, e competenze degli standard ISO 9001;


🟨 collaborazioni sistemiche con enti e associazioni del cluster marittimo quali capitanerie/direzioni marittime, compagnie di armamento, per consolidare sinergie funzionali a ridurre il mismatch che oggi caratterizza il raccordo tra formazione e mondo del lavoro;


🟨 flessibilità didattica che consenta alle scuole di poter intercettare le specificità dei singoli territori per la crescita e la valorizzazione del tessuto imprenditoriale locale, quale intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali, mantenendo il livello di internazionalizzazione;

🟩 valorizzazione degli alunni particolarmente meritevoli e altamente motivati ad intraprendere professioni legate al settore del trasporto marittimo;


🟨 nuovo approccio all’orientamento da ricostruire sulla base di modelli che rafforzino il potenziale del sistema Paese e superino gli schemi e i pregiudizi culturali che vedono nell’istruzione liceale il primo punto di riferimento del successo della persona e del cittadino.


Lo scenario prospettato richiede grandi investimenti in termini di obiettivi futuri, di strategie e di risorse.
Nel corso del prossimo triennio, alla luce delle azioni da dedicare nel PNRR sulla formazione tecnica e professionale e vista la situazione in fieri, saranno determinanti, per la qualificazione dei diplomati dell’istruzione tecnica e, in particolare, per i diplomati della filiera della formazione marittima, interventi strutturali che cerchino di superare le criticità di cui oggi l’istruzione tecnica soffre.
Il PNRR, le linee programmatiche e l’Atto di indirizzo del Ministro dell’istruzione offrono una visione orientata allo sviluppo delle filiere formative tecnico professionali nella consapevolezza che “Investire sulla formazione delle giovani generazioni costituisce una leva strategica fondamentale per promuovere una ripresa intelligente, sostenibile e realmente inclusiva” (Atto di indirizzo 2022).
La Rete nazionale degli istituti della formazione marittima intende cooperare pro-attivamente nella realizzazione di obiettivi così strategici e, forte della propria esperienza sul campo, vuole fornire alcuni spunti di potenziali interventi strutturali, organizzativi e didattici.
Un’efficace formazione tecnica dovrà necessariamente guardare a:


1) Risultati di livelli di competenza tecnico-specialistica e linguistica.
Ogni cluster oggi necessita di un innalzamento dei livelli di qualificazione e specializzazione tecnica, digitale, della comunicazione e delle relazioni. Occorre investire e potenziare l’autonomia scolastica affinché le continue transizioni siano costantemente oggetto di presa in carico nel raccordo tra scuola e mondo del lavoro. Da un punto di vista curriculare il biennio degli istituti tecnici andrebbe rafforzato con maggiori spazi, soprattutto di tipo laboratoriale, per introdurre alle aree di specializzazione
tecnico-professionale.
Inoltre, nei suddetti curricoli assumono una funzione preminente le competenze linguistiche nei settori scientifici e tecnologici poiché introducono ad un linguaggio comune specialistico che deve diventare patrimonio di quanti in quella filiera operano. Ad oggi le competenze linguistiche costituiscono un gap che riduce il livello di qualificazione dei diplomati dell’indirizzo per i quali, invece, sono richiesti standard di estrema padronanza.

2) Collegamenti e collaborazioni sistematici e produttivi di continuità verticale verso l'alto e nei territori.
Rafforzare i presidi e i luoghi della interazione scuola/mondo del lavoro ma anche scuola e strutture formative professionalizzanti della filiera verticale. L’istituzione di poli tecnico-professionali strutturati su filiere o territori in cui sia prevista la partecipazione di tutti gli attori e stakeholder, istituzionali e
privati, con ruoli e finalità ben definite deve costituire una infrastruttura indifferibile.

3) Miglioramento della digitalizzazione del sistema con particolare attenzione ai dati di partenza e di risultato (monitoraggi) al fine di migliorare il processo.
Il tema della cittadinanza digitale deve essere strettamente correlato non solo alle attività didattiche che prevedono l’impiego di tecnologie dirette al potenziamento delle competenze digitali ma anche alla digitalizzazione del sistema nel suo complesso che, attraverso lo scambio di informazioni tra sistemi informativi con cui leggere e interpretare i fenomeni della filiera di riferimento, possano consentire di costruire un sistema integrato scuola/lavoro rispondente ai reali fabbisogni.

4) Formazione sistematica a tutti i livelli con rafforzamento di certificazioni di qualità progressive

5) Valorizzazione della specificità degli istituti tecnici trasporti e logistica ed evidenziare la loro specificità anche per una maggiore visibilità a supporto dell'orientamento in ingresso.

L’economia del mare rappresenta un fattore decisivo ed una dimensione strategica nella nuova politica economica europea del Green Deal. La Blue economy è un segmento dell’economia composto da un insieme di attività eterogenee con una forza imprenditoriale che costituisce un motore per la produzione economica e che si alimenta delle stesse interrelazioni di filiera tra i diversi settori che la compongono con un effetto moltiplicatore per il resto dell’economia, oltremodo
accresciuto dalla dimensione internazionale.
Per lo sviluppo del cluster è necessario investire prima di tutto sulla formazione e su una formazione di qualità che consenta al Paese di rendersi competitivo ai diversi livelli di qualificazione (trasporto, logistica, cantieristica ecc.) potenziando l’orientamento verso questi percorsi di elevata specializzazione in luogo di percorsi di carattere più generalista.


6) Supporto, attraverso l’erogazione di specifici finanziamenti, per incrementare le possibilità di “imbarco” di un considerevole numero di studenti dei percorsi CAIM Conduzione di apparati e impianti marittimi e CMN Conduzione del mezzo navale che, vista l’insufficienza di fondi assegnati fino ad oggi rimane un’esigua rappresentanza.
Tale esperienza, infatti, rappresenta per i nostri futuri marittimi una condizione necessaria per completare la loro formazione (essendo previsti tra gli standard formativi internazionali periodi dedicati alle attività on the job a bordo) e per affrontare in continuità il percorso a bordo con consapevolezza, preparazione e passione.

 

7) Potenziamento d’’investimento di risorse in ogni punto precedente.
Tutte le considerazioni, riflessioni e proposte sopra evidenziate rappresentano concretamente il lavoro che le scuole stanno cercando da anni di portare avanti ma che, per mancanza di strategie di sistema e di finanziamenti dedicati, risulta difficile attuare in modo efficace.
A questo si deve aggiungere che le politiche scolastiche dei singoli territori non sempre sono orientate alla definizione e potenziamento di una offerta formativa effettivamente rispondente ai bisogni del territorio ma, in alcuni casi, mirano più a soddisfare momentanee scelte diverse che
producono, a medio termine, una disgregazione dei livelli di qualità della formazione, in particolare della formazione marittima.
Servono interventi strategici e scelte politiche più attente allo sviluppo di questo percorso formativo che ha in sé tutte le potenzialità per contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’intero cluster
marittimo.

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